Azienda agricola
Luigi Checchi
Quando mi stancavo, nel mio tino il lavoro riprendeva con altri piedi ben più forti e muscolosi dei miei fino a quando, a lavoro completato, veniva vuotato e le graspe venivano posizionate in una pressa dalla quale erano carpite anche le ultime gocce di mosto: nulla era sprecato, comprese le graspe che, raccolte e finalmente pulite erano immediatamente vendute.
Quando scendeva il buio il lavoro cessava ed alla luce di fioche lampadine (allora la 220 w era riservata solo agli stabilimenti industriali e noi avevamo solo la 125 w) gli uomini si riunivano nello stanzone cucina per una cena parca ma allegra con crescentine fritte nello strutto, lardo, pancetta e prosciutto, allietata dal vino-mosto appena prodotto e dal calore di una stufa a legna.
Le cultivar di uve (le varietà di uve coltivate) allora erano prevalentemente barbera, sauvignon, albana e cabernet, vitigni questi dai quali si ricavava un ottimo e corposo vino che veniva preparato da ogni viticultore senza l’aiuto di tecnici e con tanta improvvisazione.
Gli altri vigneti, la maggioranza, erano di uva da tavola, saslà e uva angela, i cui grappoli venivano vendemmiati a mano, ripuliti nei cameroni e nelle barchesse da decine e decine di donne, avvolti nella carta e posizionati in plateau di legno di pioppo che, nel tardo pomeriggio ma rigorosamente sempre prima delle 18:00, venivano portati al mercato di Vignola e da lì ai ricchi mercati di Milano e della Germania

Ora la metodica di raccolta meccanica, con macchine vendemmiatrici, ha velocizzato il lavoro manuale. Sono macchine incredibilmente sofisticate, trainate da un trattore che staccano l’acino dal grappolo dalla pianta con una forte battitura e che tramite una tramoggia rimuovono foglie ed impurità macroscopiche. Questo mosto viene immediatamente svuotato in capienti rimorchi e portato nel giro di poche ore alla cantina dove viene trattato.
Oggigiorno una rinnovata consapevolezza dell’importanza dei tempi passati, associata ad una maturità della nostra mentalità sempre alla ricerca dell’eleganza e del bello, hanno valorizzato queste coltivazioni, e ora il vigneto appare non solo come fonte alimentare ma anche come espressione di cultura, sintesi di ricchezza ambientale e nobiltà del lavoro dell’uomo.
Il vigneto ha una storia antica un carattere genetico del nostro territorio e del nostro dna, un mix di attività umane ed ambiente che si rinnova anno dopo anno nella sua gioia e a volte nelle sue malinconie.
Il risultato di tutto questo è un nuovo insieme di bellezze naturali dove i colori, i profumi ed i sapori di questo rigenerato paesaggio si fondono in un fotogramma artistico ed estetico, e perché no anche passionale, che regala l’emozione di un incontro con un piccolo capriolo, la fuga lenta ed elegante di un leprotto, il navigare lento e solenne di un gruppo di germani reali.


Impresa Storica d'Italia
Il 3 Luglio 2023 la tenuta ha ottenuto il riconoscimento di impresa storica, di seguito l'invito alla cerimonia di consegna degli attestati.
"Gentile Professor Checchi,
mi riferisco all'iscrizione dell'impresa "CHECCHI LUIGI" nel REGISTRO DELLE IMPRESE STORICHE, istituito presso l'Unione Italiana delle Camere di Commercio. II Registro, che raccoglie le imprese con più di un secolo di attività, vuole sottolineare i percorsi imprenditoriali di successo, che hanno saputo consolidarsi e svilupparsi adattandosi alle mutevoli condizioni del mercato.
Per sottolineare questo importante traguardo, la Camera di Commercio di Bologna organizza una cerimonia di consegna degli attestati di iscrizione ai rappresentanti delle imprese che hanno ottenuto l'inserimento nel Registro negli anni 2019-2023, di cui verrà data comunicazione alla stampa.
Sono pertanto lieto di invitarla a partecipare alla cerimonia di conferimento, che si svolgerà il giorno
lunedì 3 luglio 2023 alle ore 11:00
nella Sala di Consiglio del Palazzo della Mercanzia, in piazza Mercanzia n. 4 - Bologna, durante la quale Le verrà consegnato l'attestato assegnato alla Sua impresa. In attesa di poterLa incontrare in quest'occasione, in cui esprimerle i miei rallegramenti, Le invio i migliori saluti.
IL PRESIDENTE
Valerio Veronesi"

— Una storia lunga 3 generazioni

Tali edifici sono inseriti in più di 200 ettari comprensivi di vigneti, aree agricole, boschive e zone sottoposte a vincoli ambientali.
Una serie di laghi di varie portanze riflettono un territorio ricco di alberi maestosi e di aree boscate dove un sottobosco mantenuto a giardino permette la crescita di ciclamini, orchidee, ellebori e fiori di crocus.
Corridoi biologici creati nel bosco permettono un’ideale ricongiungimento fra coltura e coltura, consentendo al contempo alle specie faunistiche il passaggio in sicurezza.
Anche i prati vengono mantenuti con sfalci particolari, suddivisi nel tempo, per permettere all’erba di crescere in tempi diversi favorendo con questa metodica una portanza alimentare continua per gli ungulati e per gli animali tutti nonché un rifugio sicuro e sempre presente in tutte le stagioni .
L’introduzione poi di nuove specie tutte coltivabili senza l’utilizzo di alcun pesticida quali olivi, corbezzoli, ciliegie acide, melograni, gelsi, fichi, ha aumentato la portanza alimentare del territorio e ha ridisegnato il profilo dell’azienda specie dal punto di vista ambientale .
— Un luogo magico di biodiversità
L'Azienda agricola Checchi è attenta alla natura, da sempre
In questo ambiente i fiori svolgono un ruolo importantissimo attirando api, farfalle ed insetti essenziali e preziosi per promuovere la varietà biologica.
La presenza di biodiversità si traduce in un migliore equilibrio biologico e in un miglior autocontrollo della natura.
In tutto questo le siepi rivestono un ruolo assai importante come biotopi, con la creazione di microambienti ideali, specie durante l’inverno, allorquando diventeranno rifugio per la piccolo fauna.
Ligustro, biancospino, sanguinello, prugnolo, rosa canina, sambuco sono le specie che con le loro bacche permettono una regolare alimentazione agli uccelli e, con la loro ombra, un posto ove nidificare.
Qua la natura è diventata protagonista e, attraverso le sue espressioni vegetali, garantisce nutrimento alla catena alimentare.
Qua l’uomo ha la valenza di oculato e rispettoso controllore e regolamentatore, proponendo un’azienda più ricca di biodiversità e più povera di inquinamento e cemento.
Tutto ciò è il risultato di un’attenzione continuativa e di una progettazione che combina le varie colture in un disegno che proviene dal passato e che vive nel presente un nuovo e rinnovato splendore.

— I prodotti della natura

Dal 2016 la nostra azienda ha richiesto ed ottenuto di far parte di questa realtà ma il nostro obbiettivo è di andare ancora oltre, con prodotti completamente naturali e a tal fine in questi ultimi 6 anni sono state piantate ciliegie acide (amarene, visciole e marasche) che tradizionalmente non richiedono pesticidi e che fino ad oggi non sono mai state trattate.
In contemporanea e in tempi successivi si sono impiantate più di 400 piante di melograni, gran parte di un cultivar denominato Ako, di provenienza israeliana, che matura a fine agosto, di un colore rosso acceso nonché un’altra varietà denominata Wonderful One, tutti prodotti che non richiedono alcun trattamento.
Fanno bella mostra, nello splendore della loro forma, una decina di melograni Mollard, già piante adulte di provenienza spagnola.
Ma ciò che domina e che coinvolge la vista sono i vigneti pettinati e lavorati nelle diverse varietà di pignoletto, barbera e cabernet, soprattutto in autunno quando i colori caldi, vivaci e vibranti, del rosso, dell’arancio e del giallo delle foglie trasmettono una tenue malinconia.
— Una riserva unica
Nei mesi di maggio e giugno di ogni anno i campi verdi vengono sfalciati non completamente ma a strisce di larghezza 6-8 metri affinchè si creino nella stessa area zone con una diversità temporale di crescita dell’erba. Così facendo l’animale riesce a trovare sempre in ogni stagione cibo ed erba alta a sufficiente per coprire e nascondere i suoi spostamenti.
Queste strisce, che rendono unica ed affascinante la nostra azienda vista dall’alto, si prestano inoltre anche quali strisce salva fuoco, efficaci in caso di incendio.
Corridoi biologici o aree di collegamento fra coltura e coltura sono state create attraverso e nelle aree boschive riportando e ristabilendo un equilibrio dove il bosco in questi anni aveva fatto da padrone diminuendo la portanza alimentare del territorio.

autunno nel vigneto: protagonisti i colori e la malinconia









Vini
Non mi considero un esperto di vini, anche se nel mio curriculum figura un importante corso da sommelier. La mia vera scuola, però, è stata l’infanzia: trascorsa, tra settembre e ottobre, a pigiare l’uva a piedi nudi nei bigonci neri, profumati e freddi.
- Cabernet Sauvignon, un rosso rubino intenso, robusto, da persone serie. Perfetto per accompagnare carni e serate tra vecchi amici, magari davanti a un caminetto.
- Barbera frizzante, il mio compagno quotidiano. Profumato, allegro, capace di creare l’atmosfera giusta. Lo definirei un vino da intorto.
- Pignoletto frizzante, vivace e brioso, ideale per ricevimenti, aperitivi e, naturalmente, il pesce.
Per la vinificazione mi sono affidato a due cantine di fiducia, le stesse che da anni acquistavano le mie uve. Ma servivano anche delle etichette all’altezza della tradizione di mio padre, Gaetano, che per anni aveva imbottigliato il suo vino. A quel punto, ho chiesto a mia moglie Cristina di disegnare qualcosa di unico, che rappresentasse la nostra tenuta.
La sfida, ora, è riuscire a ripetere il successo anche il prossimo anno!